Morgan sotto la pioggia nel pineto

La Versiliana Festival
Marina di Pietrasanta, Lucca
27 agosto 2010, 21.30

“Cade la sera” e la pioggia in questo teatro all’aperto, col tetto di cielo (stavolta nuvoloso) e pareti d’alberi. “La pioggia nel pineto” accoglie Morgan. Lui e la sua sigaretta fumeggiante sono appena entrati in scena. Applauso, intenso. Nel battito delle nostre mani, tutta la stima e l’affetto. Ma il pubblico della platea già si agita per quegli improvvisi e inaspettati goccioloni d’acqua. Sarà la maledizione dannunziana? Benedetta allora questa maledetta pineta. E benedetta questa maledetta pioggia che fa correre noi della tribuna più lontana al riparo proprio sotto al palco. Quelli delle prime file, arrabbiati, gridano “Morgan, mandali a sedere!” e lui “Non posso. Neanch’io riesco a star seduto ai concerti.” Altro applauso, forte. E allora restiamo tutti lì sotto, in piedi, a cantare insieme “Altrove”, soddisfatti di svincolarci almeno un pochino “dalle convinzioni, dalle pose, dalle posizioni”.  Fortuna che è piovuto. Il conto degli applausi… già perso.

L’Ensemble Symphony Orchestra di Massa e Carrara, composta da 25 elementi e diretta con grinta gentile dal Maestro Carlo Carcano, e poi Daniele Dupuis al basso e Sergio Carnevale alla batteria, accompagnano Marco Castoldi (in p-arte Morgan) in questo tanto desiderato (non dai cattivi) CON CERTO.

Per Morgan, cantante e musicista iper-eclettico (al pianoforte, al clavicembalo, alla chitarra e chitarrina(?), e a tutti gli altri curiosi strumenti di cui – perdonatemi – ignoro il nome) anche l’iPad, che tiene davanti a sè sopra il pianoforte a coda nero, può servire a suonare. Ogni nota prodotta da corde o tastiere che tocca è un parto di sudore, carisma e passione estremi. E l’orchestra, per niente invadente, osserva attenta ogni sua mossa, mentre con il Maestro Carcano si scambia sguardi sorridenti di intesa, competenza e curiosità. Curiosità di vedere cosa farà e dirà Morgan l’attimo successivo. Perchè l’atmosfera, sopra e sotto al palco, vive anche d’improvvisazione. Niente è scontato o banale. Morgan, sorprende. Conoscenza e imprevedibilità. Intelligenza e sregolatezza. In una parola, creatività. E tanta tanta bella musica. Dalle sue canzoni a quelle di De André e Tenco. Dal suo “Amore Assurdo” a “Life on Mars” di David Bowie (l’unica cantata senza l’orchestra, qui solo lui a pianoforte) e infine a “Il nostro concerto” di Umberto Bindi. «Uno dei padri della canzone italiana. – Dice Morgan,  introducendo l’ultima canzone di questo grande repertorio. – Uno che negli anni ’60 venne “esiliato” perchè aveva detto cose un po’ troppo stravaganti per quell’epoca. Io non farò la sua stessa fine. O meglio: artisticamente, MAGARI; economicamente, CHISSENEFREGA; umanamente, NO.»


Cade la sera
e il cuore s’ispira
mentre che il cielo si oscura
buio a regalar le stelle
– no, non questa sera. Ma –

belle illusioni, sogni lontani – sì, qui questa sera, bagnati dal cielo. E li cercheremo ancora nella tua musica, ancora “in un concerto dedicato a te” e a noi. Ovunque. Noi ti cercheremo sempre in un’altra poetica folle Sera. – testo in corsivo: Morgan, “La Sera” – Morganicomio (2010)

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